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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

23.11.2023 21:47 / Articoli Team Zoomunity

Ozonoterapia

L’ozonoterapia rientra nelle tecniche di medicina integrata, in quanto si va a complementare con altri tipi di terapie tradizionali e non.

L’ozono si forma dall’attivazione dell’ossigeno, grazie ad un generatore, che crea una miscela di ossigeno e ozono in piccola quantità; si presenta come un gas incolore dall’odore pungente.

Quali sono le proprietà di questa miscela di ozono e quali le applicazioni?

Le proprietà sono tante ed estremamente funzionali:

  • Azione antimicrobica (contrasta virus, batteri e funghi), danneggiandone la capsula protettiva e inattivando il microrganismo e la sua replicazione;
  • Cicatrizzante e rigenerante i tessuti;
  • Antinfiammatorio e analgesico;
  • Neurotrofico;
  • Stimolante la vascolarizzazione.

Le possibili vie di somministrazione dell’ozono sono tantissime e si va a diffondere sempre più il suo utilizzo in Veterinaria. È possibile sfruttare l’ozonoterapia per via intrarticolare, intramuscolare, intradiscale (es. in corso di ernie), sottocutanea, per autoemotrasfusione e per insufflazione endorettale o vescicale. Inoltre, esiste la possibilità di utilizzare prodotti come creme e acqua ozonizzata ad uso topico.

Capiamo da tutte queste modalità terapeutiche, che ci sono davvero moltissimi rami di applicazione:

  • ortopedia
  • fisioterapia
  • neurologia
  • dermatologia
  • gastroenterologia
  • urologia

Facciamo degli esempi di condizioni patologiche in pazienti che traggono enormi benefici dall’ozonoterapia:

  • ferite infette o piodermiti
  • osteomieliti
  • gengiviti o ascessi dentali
  • otiti
  • riniti
  • patologie autoimmuni
  • infiammazioni della colonna ed ernie discali

Può essere controindicato, invece, il suo utilizzo in determinate patologie quali aritmie cardiache , alcune neoplasie, ma in generale gli effetti collaterali sono ridottissimi e legati in alcuni casi alla sede di applicazione. Le modalità di utilizzo e la frequenza delle applicazioni variano a seconda della patologia e delle condizioni del paziente e vengono, ovviamente, stabilite dal Medico esperto nella metodica.

È improntate tenere presente, difatti, che l’ozonoterapia è una terapia prettamente di utilizzo medico e va inquadrata all’interno di un percorso diagnostico e terapeutico completo (es. TAC, RMN, esami del sangue, ecc). Può essere affiancato alla somministrazione di altri farmaci o sostanze, ad es. acido ialuronico.

Teniamo, infine, presente che l’ozonoterapia presenta ulteriori vantaggi, tra cui la semplicità di utilizzo, spesso senza uso di sedativi o anestetici (tranne in determinate applicazioni, es. trattamento di ernie discali), scarsa invasività, costi contenuti e risultati a lungo termine, che spesso consentono il ridotto o nullo utilizzo di altre tipologie di farmaco!

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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

16.11.2023 14:31 / Articoli Team Zoomunity

Dieta Casalinga

Sono sempre più i proprietari predisposti all'alimentazione casalinga?

Sicuramente abbiamo negli ultimi anni assistito ad un imponente ritorno in auge dell'alimentazione naturale, con corrispondente grande aumento dei benefici per l'animale, sano o patologico che sia. La dieta casalinga è validissima alternativa all’alimentazione industriale, purché sia ben studiata e modulata su paziente e proprietario, pertanto formulata da professionista competente. In linea generale una dieta casalinga deve essere strutturata su elementi fondamentali scelti accuratamente sul paziente, a cui associare le dovute integrazioni. Essenziali sono le fonti proteiche, la quota di grassi, la fonte di glucidi e le fibre. A questo si aggiungono minerali e fonti vitaminiche. La scelta degli ingredienti si basa su tolleranza, appetibilità, ed esigenze nutrizionali del paziente; da ciò si evince che la dieta è una formulazione che deve essere assolutamente cucita sull'individuo, in seguito a un'analisi attenta del quadro clinico generale, non dimenticando anche quelle che sono le richieste e le necessità del proprietario o della persona che si occuperà della preparazione.

Quali sono i vantaggi della dieta naturale (che sia cotta o cruda)?

  • Qualità della materia utilizzata
  • Valore nutrizionale elevato
  • Appetibilità
  • Variabilità con alternanza di ingredienti
  • Piano personalizzabile sul paziente
  • Benefici su pazienti patologici
  • Apporto di fluidi Possibilità di includere extra e snack naturali
  • Appagamento emotivo

Quali possono essere i punti critici?

  • Conservazione e corretta gestione dell'alimento e di possibili contaminazioni
  • Tempi di preparazione e organizzazione
  • Costi (in alcuni casi)

Necessità di variazioni durante la vita dell'animale (ma questo vale anche per la dieta industriale), poiché la condizione clinica è fisiologica dell'anima cambia e perché il piano nutrizionale dovrà seguire la stessa dinamicità In conclusione possiamo affermare che la dieta naturale è sicuramente un'ottima scelta per il benessere del nostro animale, tale da rappresentare, come per noi, punto chiave della prevenzione.

Tutto questo purché il piano nutrizionale sia correttamente impostato da un professionista competente, necessariamente in accordo con il medico veterinario soprattutto su pazienti patologici, senza dimenticare l'estrema necessità di compliance e precisione del proprietario, che dovrà impegnarsi a seguire attentamente le indicazioni e soprattutto a effettuare i dovute controlli periodici.

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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

03.11.2023 10:47 / Articoli Team Zoomunity

Falsa Gravidanza o pseudogravidanza

Pseudogravidanza, pseudociesi, gravidanza isterica...che dir si voglia, questa condizione è abbastanza nota nei proprietari di cani femmina. Approfondiamone degli aspetti insieme.

Come mai avviene?

Avviene poiché nella cagna non sterilizzata, vi sono delle particolari tempistiche per quanto riguarda l'andamento ormonale post estrale. In seguito alle fasi di proestro ed estro, quindi fase caratterizzata da perdite ematiche, a cui segue l'ovulazione e quindi la fase di ricettività, vi è un periodo di persistenza di alti livelli di progesterone, il quale decresce poi repentinamente.

Questo brusco calo di ormone progestinico avviene all'incirca dopo un mese e mezzo - due mesi dell'ovulazione e, in effetti, simula il crollo di progesterone che avviene fisiologicamente in corso di preparazione al parto. Per questi motivi accade frequentemente che tutto l'organismo risponda a questa condizione attivando una vera e propria cascata ormonale del tutto simile a ciò che viene in una partorisce, ovvero rilascio di ossitocina e prolattina, con un ventaglio di riscontri fisici e psichici:

  • Irrequietezza
  • Accudimento inopportuno di pupazzetti
  • Giochi ecc.
  • Preparazione del nido (tendenza a scavare nella cuccia)
  • Poca voglia di uscire, interazione nervosa con altri cani
  • Mammella ingrossate
  • Produzione di latte

Inoltre non va sottovalutata il concomitante rischio di infezioni dell'apparato riproduttivo causate da un cambio del ph uterino e dalla possibilità di migrazione di batteri attraverso la cervice, soprattutto nel periodo di ovulazione. Per questi motivi è sempre necessario sottoporre a visita le pazienti su cui si sospetta una condizione del genere, poiché è bene controllare le condizioni fisiche generali della canna, con particolare accortezza al tessuto mammario (ingorghi di latte possono indurre mastite o Leccamento eccessivo), e ad utero e ovaie (è bene fare controlli ecografici routinari nel post-estro).

La pseudociesi con galattorrea, qualora necessario viene trattata farmacologicamente, in alcuni casi ci viene in aiuto la medicina integrata, soprattutto nella modulazione dei sintomi comportamentali e su pazienti che mal tollerano il farmaco tradizionale. Infine sottolineiamo che la pseudogravidanza può interessare cagnoline al primo calore come ai successivi e che dovrebbe far bene riflettere il proprietario sulla possibilità di procedere con sterilizzazione chirurgica.

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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

25.10.2023 09:45 / Articoli Team Zoomunity

Radiografia

L'esame radiologico sfrutta le radiazioni ionizzanti, ossia i raggi X, per indagare un determinato distretto anatomico. Questa tecnica permette di imprimere su una cassetta radiografica o direttamente su schermo, quasi come una foto, l’immagine del distretto studiato. Questa immagine è in bianco e nero e mostra un colore nero/grigio scuro laddove c'è aria e colore bianco laddove ci sono ossa o materiali estremamente densi (es. sasso). Tutte le sfumature di grigio intermedie sono il risultato di tessuti a diversa densità piuttosto che ad esempio liquidi.

In origine la prima applicazione della radiografia era rivolta appunto allo studio delle ossa, tessuti maggiormente indagabili con questa metodica; pian piano poi si è capito quanto le applicazioni della radiografia siano ampie, anche in merito all'indagine dei tessuti molli. Inoltre, il suo utilizzo si è rafforzato grazie alla modalità di uso con liquido di contrasto,  capace di darci un'idea della corretta integrità e funzionalità di alcuni distretti.

Quando utilizzare l'esame radiografico?

  • quando vogliamo indagare i tessuti ossei (sospetto fratture, malformazioni,  condizioni infiammatorie, masse tumorali)
  • quando vogliamo indagare la zona toracica (coste, tessuto polmonare profondo, non indagabile con ecografia, area cardiaca)
  • quando vogliamo ricercare un corpo estraneo (attenzione, in questo caso ecografia e radiografia possono andare a completarsi, quindi possono essere indispensabili entrambe)
  • quando vogliamo ricercare un calcolo
  • quando vogliamo valutare in toto un distretto,  addominale o toracico e ad esempio valutare integrità di parete dell'addome o del diaframma (es. Sospetta ernia)

In cosa differisce da un'ecografia?

Intanto ecograficamente non possiamo indagare ossa e materiali molto densi, ma quest'ultima ci dà la possibilità di valutare gli organi nella loro motilità e funzionamento,  cosa difficile nell'esame radiografico. Immaginiamo la differenza tra una foto e un video.

Difatti questo riporta ad un'altra importante differenza,  legata al contenimento del paziente.  In caso di ecografia è sufficiente una minima collaborazione del paziente per evitare sedazione. In corso di radiografia è più facile che ci sia necessità di sedazione ai fini della buona riuscita dell'esame stesso. Immagini dover fare una foto ad un soggetto in movimento.  Ovviamente verrà malissimo!

Per questi motivi è indicato il digiuno preventivo, ovviamente nelle situazioni in cui non è necessario effettuare rx di urgenza (es. Pazienti che hanno subito traumi fisici, oppure in condizioni non stabili, come in caso di insufficienza respiratoria, edema ecc).

In definitiva possiamo identificare nell'esame radiografico, in sinergia con l'ecografia,  uno degli esami diagnostici più utili e frequentemente utilizzati in medicina veterinaria. Ovviamente questi sono strumenti e sta sempre al Medico interpretarne i risultati e trarre le proprie considerazioni.

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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

13.10.2023 16:36 / Articoli Team Zoomunity

Ecografia: quando e perché?

L’esame ecografico è un esame diagnostico non invasivo, che permette, mediante tecnologia basata su ultrasuoni, di visualizzare un’immagine, creata proprio dalla capacità di tessuti, liquidi ecc, di riflettere o assorbire le onde.

Importante definire l’esame ecografico come un esame capace di darci un’idea dinamica degli organi o tessuti che stiamo visualizzando. Cosa vuol dire? Rispetto ad esami con ad esempio una radiografia, l’ecografia non ci dà solo un’immagine istantanea degli organi, ma ce ne fa percepire la dinamicità. Ad esempio ci permette di vedere un cuore in movimento, il ritmo intestinale, la contrattilità di un tessuto ecc. E questo, ovviamente, rappresenta un enorme vantaggio per il medico.

Quando consigliamo un esame ecografico?

Indubbiamente quando è nostra intenzione valutare gli organi interni. L’ecografia può essere mirata allo studio degli organi addominali o dell’apparato cardiovascolare (in quel caso parliamo nello specifico di ecocardiografia).

Cosa valutiamo in addome tramite l’ecografia?

  • Morfologia e numero degli organi, scoprendo anomalie quali masse, cisti, malformazioni, alterazioni di struttura ecc;
  • Presenza di versamenti, quindi liquido libero in addome;
  • Corretta motilità;
  • Presenza di corpi estranei o materiale anomalo (es calcoli o sedimento);
  • Stati infiammatori o degenerativi;
  • Infezioni.

Queste informazioni sono essenziali per poter inquadrare delle situazioni cliniche e poter effettivamente arrivare ad una diagnosi.

Ad oggi l’esame ecografico è ormai esame quasi di routine, grazie alla scarsa invasività e alle tecnologie sempre migliori e raffinate nella visualizzazione delle immagini. Inoltre spesso si parla, in sede di pronto soccorso, di ecoFAST, ossia esame ecografico mirato ai pazienti traumatizzati (o in condizioni cliniche gravi), che si effettua al fine di evidenziare condizioni evidenti di versamento toraco-addominale.

Per l’animale non è un esame stressante, anche se necessita di contenimento, poiché il più delle volte viene effettuato con animale sdraiato e può richiedere un tempo che va dai 30 ai 60 minuti circa. Con animali poco collaborativi e molto agitati, o addirittura aggressivi, potrebbe essere necessario effettuare una sedazione.

In definitiva perché il Medico Veterinario dovrebbe richiedere un’ecografia?

  • Ha necessità di elementi che possano confermare o arricchire il processo diagnostico in atto, in modo da poter guidare il proprietario nella giusta terapia;
  • Vuole sfruttare la poca invasività dell’esame e la possibilità di gestire la procedura a livello ambulatoriale;
  • Ha necessità di effettuare un campionamento in sicurezza (es. prelievo urina in cistocentesi, piuttosto che citologia di un organo);
  • Ha necessità di valutare la funzionalità di un organo (vedi cardiovascolare);
  • Vuole escludere presenza di versamenti cavitari (es. versamento toracico, versamento addominale, emorragie ecc.)

Quale di solito è la preparazione all’ecografia?

Come per noi, l’ecografia si effettua a digiuno (se possibile), onde evitare di contrastare la visualizzazione corretta degli organi a causa di stomaco pieno, presenza di gas o eccesso di feci. Sarebbe ottimale far defecare l’animale nelle ore precedenti all’ecografia ma cercare di portarlo a vescica piena (ad esempio garantendo la presenza di acqua ed evitando di farlo urinare da almeno un’ora prima dell’esame). Ovviamente queste sono accortezze gestibili nei limiti del possibile con i nostri animali.

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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

06.10.2023 14:25 / Articoli Team Zoomunity

Iperestesia felina

Patologia poco nota e poco frequente, ma decisamente considerevole il suo impatto sul benessere del gatto.

Cosa si intende per iperestesia?

In effetti potremmo tradurlo in ipersensibilità,  ossia un aumento di percezione delle sensazioni tattili di alcune zone del corpo, solitamente dorso e coda, che provoca delle reazioni dell'animale esagerate rispetto al normale.

Come si manifesta la patologia e cosa dovrebbe insospettirci?

Indubbiamente le reazioni del gatto, improvvise ed esagerate. Notiamo una ridotta tolleranza alla manipolazione,  un eccesso di leccamento e autogrooming.  In alcuni casi queste reazioni sono estreme e possono portare ad aggressività e autotraumatismo, ossia comparsa di lesioni provocate dal paziente stesso con grattamento e morsi.

Un importante segnale di questa condizione è il rolling skin disease, ossia la tendenza ad arricciare la cute della zona interessata, seguita da agitazione, movimenti mirati quasi ad evitare o attaccare un insulto esterno, l'animale si volta a guardarsi la zona interessata ecc. A volte alcuni gatti addirittura scappano e corrono via improvvisamente, apparendo quasi terrorizzati a volte.

Cosa determina questi atteggiamenti?

Sicuramente uno stato di improvviso ma acuto disagio,  probabilmente al limite del dolore.  In effetti,  le condizioni fisiche che determinano tale situazione non sono ancora chiarissime.  Difatti  la patologia viene inquadrata al limite tra neurologica e comportamentale,  poiché spesso gatti affetti da questa condizione provengono da condizioni comportamentali complesse (ad esempio problemi di ansia o stati compulsivi), piuttosto che esito di disturbi della sensibilità tattile,  magari in seguito a traumi o problemi della colonna vertebrale.

Per tutti questi motivi è bene sapere che fare diagnosi di iperestesia vuol dire anche avere un inquadramento clinico del paziente molto approfondito.

Vuol dire escludere intanto tutte le patologie che possono simulare il problema (banalmente anche una parassitosi), successivamente approfondire la condizione psicofisica del paziente accuratamente.  A volte si arriva alla diagnosi per esclusione!

La terapia spesso è multifunzionale: si va ad agire farmacologicamente, ma anche aiutando l'organismo a tutto tondo, a volte mediante l'alimentazione stessa, nonché con terapie alternative  e spesso affiancandosi all'indispensabile percorso comportamentale, volto a gestire stress e disturbi dell'emotività e del comportamento.

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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

20.09.2023 12:14 / Articoli Team Zoomunity

Castrazione cane: come quando e perché?

Argomento sempre molto dibattuto tra veterinario e proprietario. Per alcuni il solo pensiero è un incubo, per altri la soluzione ad ogni problema, soprattutto di tipo emotivo e comportamentale.

Dove è la verità? Come sempre nel mezzo.

Iniziamo forse sfatando qualche vecchio mito:

La castrazione definitiva, ossia l’asportazione chirurgica dei testicoli, con conseguente riduzione del testosterone, NON ha effetto “calmante” sull’animale, pertanto non risulta la soluzione per cani ritenuti esuberanti, aggressivi, agitati, sempre qualora questi aggettivi siano effettivamente esatti nel descrivere una gamma ampissima di comportamenti animali.

Il testosterone attiva effettivamente dei comportamenti ai nostri occhi inopportuni, quali vagabondaggio, marcatura territoriale, competitività tra maschi.

Di contro, ha un’azione fondamentale sull’AUTOCONTROLLO e sullo sviluppo della maturità “mentale”.

Di conseguenza, l'improvvisa riduzione di questo ormone, soprattutto in fasi precoci della vita del cane, potrebbe avere addirittura effetto controproducente, intensificando tutte quelle reazioni negative (abbaio, distruttività, ipereccitazione, scarsa tolleranza alle manipolazioni, aggressività da paura, difficoltà di socializzazione con consimili e umani, deiezioni inopportune), dettate da altri fattori, spesso ansia o paura, e modulate, in un certo senso, dagli ormoni sessuali.

Non aspettiamoci che castrare il cane possa risolvere i suoi problemi comportamentali. Soffermiamoci invece a capire le motivazioni di tali problemi: ad esempio una mancata o errata socializzazione durante la crescita, esperienze negative, gestione errata da parte del proprietario (Il cucciolone di 6 mesi lasciato solo in casa 8 ore dopo una passeggiata di 10 minuti per la pipì, probabilmente si sfogherà distruggendo la poltrona o abbaierà al primo rumore o avrà deiezioni inopportune in casa) ecc..

Tutte queste situazioni si risolveranno o miglioreranno con un’analisi attenta e coscienziosa delle necessità e degli eventuali disagi del nostro animale; ogni situazione è chiaramente unica e soggettiva, da analizzare insieme al Medico Veterinario e soprattutto ad esperti del settore etologia e comportamento.

Quando potrebbe essere, invece, consigliata la castrazione?

  • Sicuramente in cani adulti con determinate problematiche testicolari, prostatiche, o comunque ormono-dipendenti, come in caso di patologie delle ghiandole perineali (previo scrupoloso parere medico);
  • laddove ci sia necessità di impedire la riproduzione incontrollata (riduzione randagismo, animali vaganti);
  • laddove ci sia possibilità di fuga per raggiungere femmine in estro.

Ricordo, inoltre, che è possibile valutare eventuali giovamenti fisici e comportamentali con castrazione temporanea farmacologica, qualora fosse incerta la necessità di castrazione definitiva e, soprattutto, su soggetti per i quali non è consigliabile effettuare una castrazione chirurgica in anestesia totale (cani anziani, patologici ecc).

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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

13.09.2023 14:08 / Articoli Team Zoomunity

Animali selvatici e uomo

Dagli ultimi avvenimenti ci siamo resi conto di quanto sia importante sottolineare sempre le buone norme per potersi comportare in caso di incontro con un animale selvatico.

Ricordiamo, intanto, che secondo le normative, la detenzione della fauna selvatica è vietata dalla legge 157/92; anche in caso di reperimento di un animale in difficoltà, questo va consegnato ad un ente autorizzato e competente per il soccorso dell'animale entro 24h.

Prima di intervenire è sempre bene accertarsi della effettiva situazione, chiedendosi se sia davvero il caso di raccogliere l’animale e in che modo (prudenza nel maneggiare l’animale, movimenti lenti, no rumori).

La fauna selvatica non è normalmente abituata all'interazione con l'uomo e questo è un bene.

Assolutamente no coccole e no cibo!

Tocchiamo gli animali selvatici meno possibile e non induciamoli ad avvicinarsi all’uomo con leggerezza; tra l’altro una dieta scorretta può ucciderli!

NON TOCCATE MAI I PICCOLI, uova e nidi se non in casi di estrema necessità. Spesso è successo che cuccioli o giovani esemplari siano stati spostati perché considerati orfani o abbandonati. Spesso i genitori si allontanano per la ricerca di cibo, ma la situazione rimane sotto il loro controllo; quindi mai spostare i piccoli!

MAI ridurre in cattività un animale selvatico; non sono animali domestici, devono vivere in libertà!

Non indurre l'avvicinamento dell’animale ai bambini;

Non improvvisate cure fai da te, ma, qualora fosse evidente una condizione di sofferenza (lesioni, ferite, incapacità di fuga), bisogna allertare le autorità competenti;

Non tenete un animale selvatico insieme a cani, gatti, o altri pet e non incitate il vostro animale (cani in particolare a disturbare e avvicinare la fauna selvatica, poiché essi rappresentano per loro dei predatori e li indurrebbero ad uno stato di vero terrore, con possibili, conseguenti reazioni inaspettate).

Se trovate un animale selvatico, potete rivolgervi ai centri specializzati (CRAS, LIPU) oppure chiamare i vigili urbani, corpo forestale, guardie zoofile.

Inoltre per noi risulta ovvio, ma lo ribadiamo...non è lecito ferire, maltrattare o addirittura uccidere la fauna selvatica, poiché rappresenta ricchezza e patrimonio dei nostri territori.

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Dott.ssa Manuela Grippa Veterinario

06.09.2023 10:38 / Articoli Team Zoomunity

Cambio stagione: come affrontarlo

Ogni cambio di stagione,  che sia primaverile o autunnale, rappresenta per i nostri animali (ma anche per noi) un periodo particolarmente delicato, poiché si attivano dei processi di rinnovamento molto importanti.  La vita casalinga di buona parte dei nostri animali ha ridotto le evidenze di questi processi, ma non vuol dire che non ci siano. 
L'organismo attiva dei meccanismi che coinvolgono mente e corpo,  in seguito a stimoli qualilariduzione della temperatura ambientale e la riduzione delle ore di luce.

Cosa comporta tutto questo?

Cambio del metabolismo: molti animali,  soprattutto quelli con corredo genetico o stile di vita più ancestrale,  modificano il proprio metabolismo per prepararsi al periodo freddo e alla riduzione di scorte alimentari,  quindi inizia un processo di accumulo energetico.  Per questo è importante attenzionare la dieta, evitando eccessi.


Cambio "abito": la famosa muta, cruccio di tantissimi proprietari.  Non vi è rimedio, è una fisiologica, normalissima e importantissima fase di rinnovo di cute e manto. Non vi è nulla che possiamo né dobbiamo fare per impedirlo, se non spazzolare frequentemente il manto e valutare eventuali integrazioni alimentari con il proprio Veterinario per un corretto rinnovo.
Aumento dell'attività: spesso con le prime giornate fresche, i nostri animali tendono a essere più attivi; assecondiamo le loro richieste di gioco e attività,  così da evitare tensioni ed energie in accumulo,  poco salutari sempre, tanto più in questo momento. 


Cambio abitudini: siamo rientrati dalle ferie, ricomincia la routine e anche loro risentono dei nostri cambiamenti. Non trascurate le loro necessità di stabilità e attività routinaria.


Sistema immunitario: ogni fase di cambiamento richiede al corpo una reazione di adattamento allo stress.  Ciò comporta frequentemente una riduzione delle difese immunitarie. Non è raro avere dei risentimenti fisici nel cambio stagione, soprattutto per i soggetti patologici; pensiamo alle riacutizzazioni negli allergici, nei soggetti con problemi gastroenterici ecc.

Alla luce di tutte queste valutazioni,  capiamo come sia fondamentale essere preparati a questi momenti e ridurre al minimo proprio l'esposizione a stress: dieta bilanciata, corrette integrazioni,  eventuali terapie preventive,  corretta attività fisica.

Buon rientro per tutti voi e buon cambio stagione! 
 

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